Oggi Nice ha intervistato Mouri, un rapper con tanto da dire. Ha voluto scavare a fondo del significato di “Che Peccato”, il suo ultimo singolo uscito il 14 ottobre scorso. Cosa racchiude la figura artistica di Mouri e la simbologia della sua canzone? Andiamo a scoprirlo assieme!
NICE: Ciao Mouri! È la prima volta che ti ospitiamo nel nostro sito: vuoi parlarci brevemente di te così ci conosciamo meglio e rompiamo il ghiaccio?
MOURI: Ciao Nice e grazie dello spazio, molto piacere. Vengo da Manduria, un paese che si trova in Puglia. Mi sono avvicinato al Rap all’età di tredici anni grazie a mio fratello. In me ha prevalso l’interesse soprattutto per il freestyle, ho preso sul serio la cosa. Come tappe importanti che ti cito, ricordo che nel 2010 ho vinto Valvarap con Gruff in giuria: in quel periodo vivevo a Roma, ho fatto Rap e ho frequentato di più Clementino, amico di vecchia data. Da quella battle, per tre anni sono stato in tour con Gruff e poi da queste esperienze ho deciso di focalizzarmi nella scrittura di brani anziché nel freestyle.
NICE: I tuoi collaboratori ci hanno proposto l’ascolto del brano “Che Peccato”. L’ho sentito e ho accolto la proposta dell’intervista: un pezzo con tanti spunti. Partiamo con il parlare del beat e della produzione, che conta campionamenti “alla vecchia maniera” ibridati a suoni, se così si possono definire, “da cloud Rap”.
MOURI: L’arte del sampling è fondamentale nell’Hip hop ma devo dire che è diventata piuttosto obsoleta. Il brano è sicuramente un ibrido: tutti gli spunti che avevo, della vecchia e della nuova scuola, sono confluiti assieme nella produzione finale, in un suono prevalentemente più fresco rispetto a ciò che intendi e hai evidenziato tu però. Sono legato al suono della Vecchia, ma sono in continua evoluzione. È la gente che rende funzionale un fenomeno. Magari fra qualche anno si ritornerà a fare Rap come dieci anni fa, quindi questo concetto di sample ritornerà come tu lo intendi. Non lo so. Specifico che non punto il dito contro nulla è faccio quello che mi sento. La scelta del suono è comunque stata diretta alla fine dal Maestro Arnò che stimo ed è molto preparato, tutte le sonorità sono studiate ed originali. Cerco di non rendere schematiche le cose, non voglio che diventi una routine in senso negativo, quindi non parlerei strettamente di sampling o solo di suoni nuovi. È un bel misto insomma.
NICE: L’official video che accompagna il brano è molto curato. Ho scovato anche delle citazioni artistiche: c’è Magritte, Christo, il fotografo Steve Mc Curry… Che storia racchiude la realizzazione del brano?
MOURI: Brava! Premetto che tutta la direzione artistica ed “onirica” delle scene, se così si può dire, è diretta sempre da Arnò, sono solito collaborarci spesso e per includerlo in molti aspetti dei miei lavori. Il brano in sè nasce da una sera in cui stavo lavoravo ad un altro pezzo in realtà, c’ero io con poche persone care attorno: registravamo tutte le parti della session. Ad un certo punto parte una base casuale, faccio freestyle ma pensavo di aver concluso lì. In realtà poi ho ripreso questo non-progetto, che pensavo di aver perso, e l’ho sistemato con il Maestro Arnò. Il “linguaggio” l’ho deciso con lui. Era partito senza programmazione e guarda cosa abbiamo creato! Meglio di creare cose a tavolino.
NICE: E non solo: ci sono stili di danza come il Vouging, simboli culturali vari come la statua di un Cristo, scenari di borghi italiani del sud Italia, la banda in orchestra…
MOURI: Il Vouging è stato un inserimento immediato, spontaneo e nemmeno troppo ragionato. I luoghi che vedi sono la rappresentazione della mia realtà quotidiana, in cui abito. Il video per molti è un mezzo solo veicolare per la musica che fanno. Per me invece è un aggiunta di valore, rende le parole al meglio.
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NICE: “Che Peccato” è progetto davvero complesso, che storia c’è dietro videoclip quindi? Ha una trama insomma?
MOURI: L’interpretazione è soggettiva. La donna con il velo rosso rappresenta la scoperta, toglie i teli bianchi da oggetti e persone coperte... però non di ti do una definizione precisa, ognuno può costruirsi la sua storia.
NICE: Alla luce di ciò, quanto è importante la Knowledge, ovvero la conoscenza per un/una artista, come il fatto di apprezzare opere d’arte; di proporre musica di qualità e ragionata o di conoscere tanti ambiti che ti accrescono?
MOURI: Importantissima e le citazioni non sono fine a se stesse. Tutte le volte che rappo per me è importante avere un feedback da coloro che ascoltano. La nobiltà dell’arte è quella di trasmettere ciò che vuoi esprimere a tutti, a tutti i livelli. La Knowledge quindi è importante, va usata, però chi ce l’ha deve farsi capire da tutti. Si cerca allora di trovare magari la linea in comune, il compromesso. Tutti devono capire cosa sto rappando, non supero mai i limiti nei quali possono capire non solo le elitè. Adoro lo studio e la ricerca, penso che migliori tutto sicuramente e tutto è a favore di migliorare anche l’artista, che poi, qualitativamente, riesce a dimostrarlo anche agli altri.
NICE: “Che Peccato” è un brano che rientra in un progetto più ampio o è un singolo a sé?
MOURI: E' un singolo a sé, volevo metterlo nell’album a cui sto lavorando ma poi è rimasto isolato con il videoclip. L’album è molto vario e poliedrico ma non penso lo includerò.
NICE: Ultima domanda, per concludere: l’arte del Rap alle soglie del 2021, come la vedi? Riesci a fare previsioni anche sulle tue prossime uscite?
MOURI: Sulle mie posso dirti che stiamo lavorando già ad altri singoli, spero che l’album che ti ho detto esca in primavera. Non posso svelarti altro però. Spero vivamente che tutto risorga e che la musica torni fruibile come prima. Il prossimo anno lo sento, per me, il culmine della mia maturità musicale e un riassunto dopo tutti questi anni di musica. Per quanto riguarda il Rap nel 2021 invece, lo vedo con la giusta considerazione e spazio. Il Rap sta benissimo in Italia, ora ha raggiunto la consapevolezza rispetto al 2001, anno in cui ho iniziato ad ascoltarlo io. Con Dr. Dre per la precisione. Ricordo che c’era uno scenario post-apocalittico dagli anni ‘90. C’era un po’ di nonnismo nella cosiddetta Golden Age, ci sono stati degli errori da tronisti che hanno gestito una cosa molto grande con tantissimi stereotipi che ora non ci sono più. Un esempio era l’underground contro il mainstream. Il venduto contro il vero. Io sono il tramite dell’arte, non ci sono io e basta. È inutile ergersi ad artista ed avere pregiudizi. Perciò ora dico che va meglio, si è più aperti, si investe subito nei giovani e lo di deve fare in modo giusto.
NICE: Vuoi aggiungere qualche considerazione che magari non abbiamo affrontato?
MOURI: No, speriamo solo in tempi migliori… Grazie dell’intervista!!
- Nice aka Stilla aka Shawty
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Mi sembra doveroso citare tutte le persone coinvolte in questo progetto:
Produzione esecutiva: Gregorio Mariggiò e Mariada Perrucci per Aps Cinemetic
Regia: Mirko Dilorenzo
Fotografia: Stefano Tramacere
Aiuto Regia: Dario di Viesto
Scenografia: Egle Calò
Attrezzista: Emanuela Barbarello
Focus puller: Diego Silvestri
Elettricista: Giacomo Detti
Trucco: Chiara Coccioli
Costumi: Divina Greco
Aiuto: Gianpietro Panariti
Hanno partecipato: Sandra Caraglia, Paolo Soloperto, Edgar Sardiello, Vanessa Nacci, Nazareno Bianco, Maurizio Perrone, Perrucci Luca, Aureliano Fanuli, Giovanni Durante, Luca Giansante, Gregorio Perrucci, Vincenzo Antonio D’Amicis, Mirko Merico, Massimiliano Stassi, Chiara Durante, Giovanni Durante, Antonella Buccolieri, Francesco Spina, Francesco Erario, Sara Valente, Giovanni Erario, Cosimo Valente, Giovanni Semeraro, Maria Perrucci, Giuseppe Prenna, Cosimo Ubertini, Gabriele Maglie, Antonio Dimaggio, Pietro Fano, Noemi Renna, Andrea Angiulli, Gregoriano Marasco, Giuseppe Daggiano, Alessandro Fanelli, Domenico Daggiano.
Si ringrazia la Banda Musicale Franco Erario e i Fratelli Trombacca Agenzia Funebre.
Music credits
voice: Mouri featuring rap: Precious
keys: Ferdinando Arnò
backing vocals: Luana Heredia
written by Carlalberto Duggento, Ferdinando Arnò
arranged and produced by Ferdinando Arnò
recorded in Philadelphia, Pennsylvania, @Mike Tarsia Recording Studio by Mike Tarsia
recorded in Manduria, Taranto (Italy)
recorded in Milan (Italy) @quiet, please! Studios
assistant engineers: Luca Lo Tito, Matteo Zatti
mixed by Lorenzo Cazzaniga at Alari Park Studios
mastered by Greg Calbi at Sterling Sound, Edgewater, NJ
artwork and graphics: Fabrizio Detommaso
©℗ 2020 Noise Heroes
www.quietplease.net