-Intervista di Gianpaolo Buonafede.
È possibile (al giorno d’oggi) fare musica senza internet?
Il mondo dei Social Network, in continua espansione, è diventato determinante per la promozione di un progetto artistico e questo non si può negare.
Basta pensare a tutti gli artisti che si sono fatti strada grazie al web per rendersi conto del grande potere pubblicitario di quest’ultimo.
Ecco perché ho deciso di chiacchierare, dopo aver ascoltato in anteprima il suo nuovo singolo, con una artista che negli ultimi anni ha raggiunto ottimi risultati proprio grazie a internet.
Sto parlando di Ambra Grewing, in arte Fair, una giovane rapper di Roma che non si limita soltanto a rappare.
Io e Ambra abbiamo parlato di musica, di internet, e del suo nuovo brano chiamato Vocidio: una traccia che mescola rap e pop, rappato e cantato, stile e messaggio.
Non ho intenzione di aggiungere altro a riguardo e questo per un semplice motivo: voglio che siano le parole di Ambra ad incuriosire i futuri ascoltatori. Buona lettura.
Di seguito il resoconto scritto della nostra chiacchierata:
GIANPAOLO: Ciao Ambra, grazie per questa chiacchierata.
Vorrei cominciare, senza troppi preamboli, con una domanda classica ma pur sempre interessante: come hai scelto il tuo nome d’arte?
AMBRA: Ciao Gianpaolo, grazie a te per l’opportunità!
In realtà la scelta del mio nome non ha un significato particolare. I nomi che circolavano negli anni 2008/2009 erano abbastanza scontati (Baby, Lady, Queen…), così, per ribellarmi a quella tendenza, tolsi semplicemente una lettera da “Fairy”. Da qui il nome Fair!
G: Quindi, se il mio scarso inglese non m’inganna, hai storpiato la parola “Fata” per trasformarla in “Giusta”. Tanto per utilizzare un termine che ora non si usa più come prima, ma allo stesso tempo seguire la logica della scelta del tuo nome d’arte, ti chiedo: nel mondo del rap ti senti “giusta” in tutto e per tutto? Oppure ci sono caratteristiche di questa musica che non ti fanno sentire completamente a tuo agio?
A: Sì, è una parola già esistente nella lingua inglese che può trarre in inganno, ma ha un senso più simbolico che letterale. L’immagine è quella di strappare via la banalità per cercare di distinguersi dalla massa.
Quando rappo sono nel mio mondo e sono assolutamente a mio agio. Mi ha sempre aiutato ad esprimere quello che ho dentro e a tirar fuori il mio carattere. Sicuramente non mi sento sempre giusta in tutto, il mio bagaglio è ancora da riempire e ho abbandonato la musica molte volte ma, nonostante questi lunghi black out, sento che la fiamma si sta riaccendendo.
G: Infatti negli ultimi anni hai pubblicato solo video in cui rappi o canti live, senza singoli ufficiali, mettendoti alla prova anche su cover che non appartengono al mondo del rap.
Questa scelta ha intralciato il tuo percorso o, viceversa, ha contribuito a farti conoscere ancora di più?
A: Questa scelta ha influenzato il mio percorso sia in positivo che in negativo. Non smettere del tutto mi ha dato la forza per oltrepassare i miei tunnel e la possibilità di farmi conoscere di più nel mio piccolo. La conseguenza è stata aver assunto un atteggiamento tossico nel pubblicare solo video brevi. Ti fa stare bene, ti accontenti e non cerchi altro. Lo sbaglio è proprio farsi bastare quel poco invece di realizzarsi davvero… ma sto cambiando strada!
G: Ho capito cosa vuoi dire, credimi, però non riesco a definirlo uno sbaglio questo farsi bastare quel poco per un certo periodo. Perché forse ti ha permesso di raccogliere idee, fare esperienze, così da avere del materiale nuovo per i tuoi brani futuri. Però mi chiedo: pubblicando solo video online non si rischia di diventare solo un “personaggio del web”? Solo in senso buono, ovviamente, perché penso che l’arte sia sempre arte e non importa se la fai in una piazza o su un social.
A: Sì, è vero, questo periodo mi è servito molto anche per pensare a dei progetti veri e propri a cui sto dando pian piano una forma. Se non si fa nulla per cambiare la situazione c’è la probabilità di restare solo un contenuto virtuale di qualche minuto. È proprio per questo discorso che dico che adagiarsi sugli allori è sbagliato! Il web è un enorme canale di comunicazione e da la possibilità a tutti di avere spazio ed esprimersi, ma il brivido che si prova a suonare dal vivo è ineguagliabile. Ecco… vorrei tantissimo provare quel brivido di nuovo.
G: E questo grazie anche al tuo nuovo brano, Vocidio, che ho ascoltato in anteprima…
A: Esatto. Ho dato vita finalmente ad un nuovo brano, un brano di ripartenza, che considero il mio primo pezzo ufficiale.
G: Infatti ho percepito, ascoltando la canzone, questa tua necessità di ripartire. Il processo di scrittura di questo nuovo brano è stato difficile?
A: È uno di quei testi che scrivi tutto d’un fiato, senza mai fermarti troppo a pensare. Sicuramente l’ispirazione è venuta fuori anche grazie alla produzione di Echo Beatz che ci tengo a citare.
Vocidio rappresenta tutto questo periodo di assenza e l’intenzione è quella di trasmettere un messaggio preciso cioè quello di non arrendersi mai e reagire sempre con tutte le forze a disposizione!
G: “Urla più forte che puoi… devi farti sentire…”
Questo è ciò che canti nel ritornello della canzone. Forse, in un mondo frettoloso e caotico, l’unico modo per emergere è gridare più forte dei rumori che ogni giorno invadono la nostra quotidianità?
A: Più che urlare, per emergere, devi essere notato dalle persone giuste nel momento giusto. Nel mentre puoi fare ciò che ami senza illusioni e quel che dovrà essere sarà. Il ritornello è un incoraggiamento. Voglio ricordare che non bisogna mai aver paura di esprimere sé stessi.
G: Ricordi la prima volta che hai ascoltato una canzone rap? E soprattutto: ricordi la prima volta che ti sei detta “voglio rappare anch’io per esprimere me stessa”?
A: Lose yourself di Eminem è stato uno dei primi pezzi rap che ho ascoltato… brividi! È nato tutto per gioco, da una domanda che mi sono posta: “Perché il rap deve essere rappresentato dal genere maschile, chi lo ha deciso?”
Così, all’età di tredici anni, ho iniziato a scrivere i miei primi testi rap e da quel momento non ho più smesso.
G: Hai assolutamente ragione! Il rap non è una prerogativa maschile e ci sono donne che (a mio avviso) rappano mille volte meglio degli uomini. Ma… qualcuno si è mai rivolto a te con frasi del tipo “sei donna… non puoi fare bene il rap…” o qualcosa del genere?
A: Sì, certo, ma tutte le critiche non costruttive non le ho mai prese in considerazione. Sono dell’idea che nessuno deve scegliere al tuo posto cosa puoi o non puoi fare.
G: Assolutamente! Mai farsi abbattere da giudizi senza fondamenta!
Adesso però è il turno delle domande a risposta secca! Dovrai rispondere o A o B… ok?
A: Sì, va bene!
G: A- Spotify / B- Disco fisico?
A: B.
G: A- Vocidio è il mio brano migliore / B- Devo ancora scrivere il mio brano migliore?
A: B.
G: A- Il rap era meglio prima / B- Basta con questi stereotipi?
A: B.
G: A- La musica, al giorno d’oggi, senza internet non esisterebbe / B- Senza internet la musica se la caverebbe benissimo?
A: B.
G: A- I concerti non servono più a niente perché tanto c’è internet / B- I concerti sono ancora il miglior mezzo di diffusione della musica?
A: B.
G: A- Fair e Ambra sono la stessa persona / B- Fair e Ambra sono una l’alterego dell’altra?
A: B.
G: A- Il rap ha degli schemi ben precisi / B- Il rap è sempre rap anche se un artista rappa (esempio a caso) su un walzer?
A: B.
G: A- Will Smith / B- Eminem?
A: B.
G: A- Scrivo meglio quando passo un momento no / B- Scrivo meglio quando sono felice?
A: A.
G: Quindi fai parte di quelli che pensano che per fare arte bene bisogna soffrire?
A: L’arte non è per forza sofferenza ma è anche vero che ha il potere di trasformare qualsiasi cosa negativa in qualcosa di speciale.
G: L’arte non è per forza sofferenza, concordo con te, però è proprio partendo dalla sofferenza che sono state create alcune delle opere più famose e belle del mondo.
Anche dalla gioia sono state create tante opere importanti e bellissime, non voglio affermare il contrario, ma forse si ricordano meno. Un po’ come nel cinema quando si tende a ricordare di più il cattivo che il buono… no?
A: Sì, è vero, sicuramente è più emozionante e toccante. Magari rispecchiandoci in quello che vediamo o ascoltiamo l’apprezziamo ancora di più.
G: In questo momento mi balza in mente la tua cover di Ogni volta di Vasco Rossi. Una canzone molto commovente che non inserirei nella lista delle canzoni gioiose e che, come altre cover che hai realizzato, non è rap.
Già è raro vedere una rapper che fa delle cover… in più nemmeno di canzoni rap. Come mai questa scelta, per me azzeccatissima, di cantare canzoni di altri e, soprattutto, canzoni che non sono rap? Semplice allenamento o non ascolti solo musica del tuo genere musicale di riferimento?
A: La scelta di fare cover deriva dalla mia passione per il canto. Fair è proprio la fusione tra queste due passioni. Mi piace ascoltare diversi generi ma devo confidarti che ho un debole per la musica afroamericana.
G: Artista preferito?
A: Di artisti preferiti ne ho diversi ma se ti dovessi dire un nome, senza pensarci, appartenente alla musica italiana ti direi CapaRezza.
G: Ok, condivido la scelta. Invece tra gli emergenti? Ci sono artisti come te che ti garbano particolarmente?
A: Ascolto molti artisti emergenti o vicini all’emergere. Mi vengono subito in mente gli Skill Gear, Dinastia, Grossover, Angelo Geko, Didone, Il Cervello e D-Doc. La cosa che ci accomuna penso sia proprio la passione e l’amore per la musica.
G: E chi è stato, se c’è stato qualcuno, ad inserirti “ufficialmente” nel giro del rap? Intendo i primi live, le prime sessioni di registrazione, ecc.
A: Non c’è stato. Semplicemente non mi sentivo pronta e per questo ho perso molti treni in passato. Ma nel presente ci sono persone che vorrei ringraziare per aver creduto in me e a Vocidio. In particolare: Echo Beatz per la bellissima produzione, Roberto Cola per aver curato con professionalità e precisione registrazione/mix/master del pezzo, Alessandro Sabeone per aver realizzato con estrema cura il video che rappresenterà il percorso di Vocidio, Marta Staglianò per il super make-up, Eleonora Romaniello, Giada Grewing, Marcello Rocchi per aver partecipato al video (senza di loro non avrebbe avuto lo stesso significato) e Riccardo Carnevale per aver lavorato con particolare attenzione alla copertina del singolo. Inoltre ci tengo a ringraziare anche te, Gianpaolo, che mi stai dando la possibilità di parlarne in questo momento.
G: Figurati, grazie a te. Quando c’è da parlare di arte sono sempre a disposizione.
Ora vorrei inaugurare con te una nuova domanda che porrò, da adesso in poi, ad ogni Artista con cui chiacchiererò:
Se dovessi spiegare il rap con una sola parola, quella che vuoi, quale sceglieresti?
A: Libertà.
G: Grazie ancora per questa bella chiacchierata. Ti auguro buona fortuna per i tuoi nuovi progetti. Vocidio è un ottimo brano! Complimenti!
A: Grazie Gianpaolo.
Quella che segue è un play-list di dieci brani (tra inediti e cover) firmati Fair:
01- Lo sguardo del satellite (prod. Oriental Phase):
https://www.youtube.com/watch?v=C5snjJTwBWo
02- Il posto feat. Easty Bul (prod. Easty):
https://www.youtube.com/watch?v=SeenWhLHScE
03- Ogni volta (cover Vasco Rossi):
https://www.youtube.com/watch?v=dVXXn7ES134
04- Next to me (cover Imagine Dragons):
https://www.youtube.com/watch?v=-qNAQoXxlkM
05- Isola:
https://www.youtube.com/watch?v=aTdU9HqgYzc
06- Country:
https://www.youtube.com/watch?v=Da4_T8cFkkM&t=13s
07- Diversamente uguali - Beatzunami.it rap contest #1:
https://www.youtube.com/watch?v=CiePwBG2Qq8&t=31s
08- Non stupirti (prod. Brasca) - ExXxtreme-Contest#1:
https://www.youtube.com/watch?v=msrcEB6PvSU&t=36s
09- Mondi (prod. Skizzo):
https://www.youtube.com/watch?v=-P_rAvYfWp4
10- In the shadow feat. Eis Lds:
https://www.youtube.com/watch?v=7Wnd6HiA30k