È uscito lo scorso giugno “BeatmaKINGS”, il progetto che racchiude la crema del miglior beatmaking nostrano.
Abbiamo fatto una bella chiacchierata con Zreticuli di Hashetic Front Records, la label che ha ideato e realizzato tale progetto, e che ci ha raccontato molte curiosità sulla sua attività e informazioni utili a proposito della campagna su Musicraiser per la realizzazione del doppio vinile.
Buona lettura!
1. Bella Zreticuli, presentati in breve ai nostri lettori!
Ciao ragazzi, sono Matteo - Zreticuli per chi conosce la mia musica.
Sono qui per togliervi qualche curiosità su Hashetic Front Records e #beatmaKINGS: la prima è la netlabel che gestisco, improntata sul beatmaking autoriale mentre il secondo è un tape che racchiude il meglio della scena emergente italiana, capitanata da qualche nome di spicco per la disciplina in Italia. Ice One, Dj Jad, Mastafive ed Esa.. solo per citarne alcuni!
2. Parlaci della tua label, Hashetic Front Records: quali sono gli obiettivi che vi siete posti tu e tutti gli altri artisti che ne fanno parte?
Hashetic Front nasce recentemente, a inizio 2015, nonostante il nostro amore per l’hip hop sia maturato in oltre 15 anni di attività.
L’obiettivo di Hashetic è quello di convergere su un’unica realtà il lavoro di quei beatmakers nelle cui strumentali traspaia la loro anima, con l’intento di portare al mainstream non musica vuota come spesso accade, ma opere d’arte dense di sentimento e da cui trasudino passione e dedizione.
Abbracciamo il beatmaking in tutte le sue forme, dalle più tradizionali - purchè emblematiche di un certo tipo di suono - a quelle più innovative e sperimentali, a condizione che siano frutto di un’assidua ricerca musicale e di un’irrefrenabile voglia di esprimere le proprie emozioni.
Per portare sotto i riflettori del mainstream questo tipo di musica occorre instillare nella testa degli ascoltatori quel buon gusto che solitamente manca alle grandi masse. Come? Trasmettendogli la nostra dedizione, rendendoli consci delle sfumature che differenziano una strumentale autoriale dalla semplice melodia orecchiabile: insomma, per una volta vogliamo che sia la musica buona a diventare “commerciale” senza scendere a compromessi.
3. Com’è nata l’idea del progetto BeatmaKINGS?
BeatmaKINGS nasce per celebrare i due anni di attività della label. Abbiamo voluto riunire in un solo progetto i vari artisti del nostro roster, allargando l’invito a quei validi beatmakers con cui siamo entrati in contatto nel corso degli anni.
L’amore che trasuda dal nostro operato ha spinto i grandi nomi della scena italiana a collaborare con entusiasmo a questo progetto che si presenta ad oggi come uno dei riferimenti per questa meravigliosa disciplina nello stivale!
4. A chi è rivolto principalmente?
Il pubblico a cui ci rivolgiamo con questa compilation è vasto. Andiamo dagli stessi beatmakers, spesso già abituati a prestare la massima attenzione alle varie sfumature di una strumentale alle nuove generazioni con la passione per l’Hip Hop.
Ci piacerebbe che capissero quanto amore può esserci dietro alla creazione di un beat, dalla ricerca dei suoni alla stesura degli stessi. Oggi, a condizione di avere un minimo di percezione del ritmo, non è difficile buttar giù qualcosa di orecchiabile, come spesso accade nelle produzioni commerciali. Ma c’è una grande differenza tra il produrre un’opera d’arte con amore e cura e il creare un prodotto a stampo ricalcando le sonorità di moda al momento.
In ultimo, beatmaKINGS è rivolto agli amanti della buona musica in generale: alcune strumentali sono talmente innovative e lontane dal classico beat per il rapper che siamo certi faranno presa su ascoltatori e musicisti di ogni leva.
5. Che sapore hanno le strumentali che avete raccolto?
Come accennavo sopra, questo lavoro copre la quasi totalità dello spettro del gusto.
Trattandosi della fotografia della scena italiana nel 2017, troviamo una grande varietà di stili e generi, tutte accomunate dalla ricerca in campo musicale. Andiamo dal NuSoul al beat Hardcore, dal Jazz Hop all’Rnb passando per Funk, Elettronica, Boom Bap, Abstract, Trip Hop e una spolverata di Trap.
Il punto forte di beatmaKINGS è che nonostante le differenze sostanziali tra le strumentali, l’ascolto scorre piacevole e omogeneo, grazie al denominatore comune del buon gusto.
6. Quali artisti hanno partecipato? C’è qualche aneddoto curioso da raccontarci a riguardo?
Per il tape sono stati selezionati, oltre gli artisti di Hashetic, tanti amici e persone che godono della nostra più grande stima. Ecco l’elenco completo dei partecipanti:
Dj Jad // Res Nullius // Mastafive // Odeeno // Ice One // Grabe // Esa aka Capitan Futuro // Iken // Grillo // Dj Uncino // Dj El D // Jayl Uroboros // Bonbooze // Zreticuli // NuBourbon // Deal The Beatkrusher // Jerry Mistic // Ocra M // Tomo Cezen // Oriental Phase // Ciro Mont // Oohgì // CBRTGR // Raini // Enfield // Gheto Soffitta // Coso Beats // Black Hash // Yambu // Bargeman // Sonakine // Malosmokies // Oluwong // Ugly Shoes.
L’aneddoto curioso che vi racconto, riguarda la provenienza dei vari beatmakers: ci siamo resi conto soltanto il giorno prima della release che su 34 beatmakers, 14 provenivano dalla zona di Napoli. E non solo...di questi 14 produttori, 7 erano sul CD1 e 7 sul CD2, il tutto per puro caso. Lo interpretiamo come un segno della “Forza” che è in noi :)
Gli altri artisti che è fondamentale segnalare sono Luca Barcellona (per la realizzazione del lettering e del nuovo logo di Hashetic) e la bravissima Alessia Santangeletta per avere dato un volto ad alcuni dei beatmakers presenti con i suoi fantastici ritratti!
7. Quanto è importante, a parer tuo, spingere questi lavori strumentali nel mondo dell’hip hop?
Visti l’ambito in cui ci muoviamo e la passione che ci contraddistigue, va da sé che l’importanza che diamo al beat è totale.
Siamo grandi amanti della musica, parola spesso è usata a sproposito per identificare brani che sono invece prodotti commerciali e nulla più, volti alla vendita e al guadagno sfruttando le mode del momento: promuovendo strumentali d’autore riportiamo in vista il concetto di Musica come espressione del cuore dell’artista.
8. Progetti futuri?
Continueremo sulla strada del buonsenso, ben determinati a diffondere validi lavori, che siano di artisti emergenti o di personaggi affermati che si sentano di condividere i principi che ci rappresentano.
Ci stiamo muovendo per l’organizzazione di eventi fisici sul beatmaking, visti come momenti di aggregazione e cultura, mentre in fase embrionale abbiamo un super contest.
Ovviamente aspettatevi #beatmaKINGS Vol 2 !!!
9. Grazie alla campagna lanciata tramite Musicraiser, ispirate a dare alla luce al doppio vinile di BeatmaKINGS: un traguardo ambizioso! Lascia ai lettori alcune informazioni utili.
Come dicevo, siamo una realtà indipendente ed autofinanziata. Per sopperire alle spese di stampa di un doppio vinile abbiamo pensato al crowdfunding, a cui è possibile partecipare su Musicrasier a QUESTO link.
Per chi avesse poca dimestichezza si tratta di una piattaforma che svolge la funzione di una raccolta fondi. Ad ogni donazione corrispondono ricompense speciali, oltre ovviamente al preorder del doppio vinile.
Offriamo piccoli contributi mixaggio e mastering dei brani del donatore, qualora sia egli stesso un musicista. Se fosse un beatmaker può scegliere BeatmaKIT, una fantastica drumkit selezionata nell’arco di parecchi anni anche da dischi in vinile.
Sempre in esclusiva per la campagna trovate la T-Shitrt di beatmaKINGS realizzata in edizione limitata da Gold (http://www.goldworld.it) con il lettering elaborato niente meno che da Luca Barcellona aka Lord Bean!
Per maggiori info vi invitiamo a visionare la pagina della campagna!
10. Spazio libero: c’è una domanda alla quale vorresti rispondere ma che non è stata fatta?
Si, vorrei chiarire un concetto che sfugge a molti: cosa ci spinge a portare avanti un progetto con sempre maggiori spese da autosostenere e dal quale non ci caviamo un centesimo ma anzi investiamo?
Per molti è inconcepibile non scendere a compromessi con il mercato, modificando la propria etica in funzione del guadagno.
Noi crediamo che la musica sia arte, e l’arte deve poter raggiungere tutti, anche chi non ha possibilità di acquistarla. Abbiamo deciso di non fare di Hashetic la fonte del nostro sostentamento, poichè diverrebbe vincolata alle entrate economiche: ci garantiamo dei guadagni tramite attività extramusicali, e i ricavati vengono investiti nelle spese gestionali di Hashetic.
Quando cominceremo a rientrare delle spese con le sole attività di Hashetic sarà sicuramente un grande traguardo, oltre che un segno del cambiamento della coscienza collettiva in ambito musicale: non abbiamo intenzione di cambiare la nostra filosofia e continueremo a proporre musica di qualità finchè non sarà il mercato ad esigerla… this is our mission!
Per restare aggiornati vi invitiamo a visitare il nostro nuovo sito: www.hasheticfrontrecords.com
One Love!
Ringraziamo Zreticuli per la disponibilità e ti invitiamo a seguire il progetto e nello specifico la pagina Hashetic Front Records per restare aggiornato!
Intervista curata da Alessia