Recensione - Oggi ti parlo di “La pulce del dubbio”, il nuovo album di Dharma, giovane artista valtellinese.
Da sempre Dharma si è distinto per la sua sana attitudine e per il suo grande amore nei confronti della cultura hip hop, che traspare in ogni pezzo. Il suo rispetto per le discipline è enorme e con le sue rime punta sempre a creare condivisione, unione, e dare speranza a chiunque ascolta e si ritrova in ciò che dice. Perchè l’Hip Hop è questo: creare connessioni, fratellanza, sentirsi una famiglia anche se a distanza, sapere che non si è soli.
“La pulce del dubbio” racchiude 18 tracce, alcune prodotte da Joe Diana altre da Varis, e registrazione, mix e master sono state realizzati al Rkh Studio.
Il disco è stato anticipato da due brani estratti accompagnati da videoclip (si tratta di “E che te devo dì” e “La pulce del dubbio”) e, ancor prima, da due simpatici video di presentazione dal sapore ironico, che vi consiglio di andare a recuperare sulla pagina facebook dell’artista nel caso in cui li abbiate persi.
Inizierei proprio riportando una descrizione che sentiamo in uno di questi video: Dharma “ci ha messo la pulce nell’orecchio, dicendoci che è il dubbio che ci spinge a pensare, e il pensiero a renderci liberi di scegliere”.
C’è qualcosa dentro di noi che, proprio come una pulce, ci stuzzica e ci mantiene svegli, attenti a chi siamo e cosa vogliamo; essa ci fa riflettere sulla realtà, e ci mette davanti dubbi e incertezze che, unite a sofferenze, dolori e paure, possono farci sentire stanchi della vita, inutili, intrappolati in un sistema più grande di noi. Eppure è proprio questo a spingerci ad andare oltre, a capire chi davvero siamo, a farci i muscoli per affrontare l’esistenza da veri individui pensanti. Come sentiamo dire nel finale del brano “La pulce del dubbio”, infatti, alla pulce “fa compagnia l'autoironia e una macchina da scrivere, la fantasia e la voglia di vivere”.
Quella voglia di vivere che nel disco è sempre presente e ben percepibile, di quella che scalda il cuore poichè è data da tutto ciò che di più bello ci viene regalato senza che ce ne rendiamo conto. Spesso ognuno di noi corre e va di fretta perso tra i mille impegni della giornata, ma a volte sarebbe opportuno provare a fermarsi un attimo e guardarsi intorno (come dice il pezzo “Ying & Yang”, in cui viene anche citato il grande Thoreau), chiedersi cosa ci facciamo qui, qual è il nostro scopo, e rendersi conto che “il meglio della vita è free, come lo è un tramonto”; ci sono leggi più alte che governano la natura, la vita e la nostra presenza nell’universo, c’è qualcosa che ci lega tutti quanti e ci rende simili, qualcosa che va ben oltre le leggi umane e la nostra percezione. Dobbiamo prenderne coscienza, perchè solo così potremo cambiare il nostro modo di pensare, di vedere le cose e di intendere il concetto di felicità.
Spesso andiamo avanti con le nostre catene e ce ne prendiamo pure cura, invece Dharma ci dice: “prego per trovare pace, mi slego da ‘sta società di lego, non mi piace”. E questo è proprio il suo obiettivo: spezzare le catene, le proprie e le nostre, e ascoltando il disco abbiamo proprio questa speciale impressione di sentirci più liberi.
Il mondo pare girare al contrario, brama “scettro e trono, peccato per me l’unico re sia questo suono”, confessa l’artista. Il rap e la scrittura riescono ad offrirci una via di fuga, un’alternativa, uno scopo. L’arte è stata molto importante nella sua vita, glielo sentiamo ripetere più volte all’interno dell’album in rime molto profonde e personali.
“Mi chiedi perchè rappo, seguire con la testa il tempo mi aiuta a reagire”. Scrivere è un modo per combattere le proprie paure, i propri mostri, per tirare fuori la forza che ognuno di noi ha dentro. Bellissima a tal proposito la rima: “è questa la mia terapia mentale, se non c’hai mai provato val la pena di tentare”, che richiama in modo diretto l’ascoltatore e lo invita a pensarci, a prendere in considerazione questa possibilità.
Le passioni ci aiutano come poco altro, e diventa difficile se non impossibile distaccarsene soprattutto dal momento in cui capisci che “‘sta roba un po’ te la riempie la vita”. Insomma l’amore per il rap e per la cultura doppia acca in questo disco è estremamente palpabile.
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Allo stesso tempo questi pezzi ci danno anche una spinta a credere in noi stessi e nei nostri sogni. In mezzo a mille problemi e immerso nella superficialità e nella freddezza odierna, un sognatore è “un volontario che non aspetta più il sole anche se vorrebbe”. Ma essere sognatori è, appunto, una scelta. Per questo non dobbiamo mai rinunciare alla nostra parte più sensibile, anzi dobbiamo coltivarla sempre prima di ogni altra cosa, altrimenti sprofonderemmo nel limbo dell’apatia di questo tempo.
Avere dei sogni, coltivare le proprie passioni, leggere, sorridere, amare la vita, imparare a meravigliarsi delle cose piccole e semplici: ecco ciò che potrebbe renderci felici e ci terrebbe lontani dalla morte interiore. Perchè dipende tutto da noi stessi: “è chi muore dalla voglia che non muore mai.”
Da citare anche la traccia “Trova la tua strada”, una bellissima dedica alla figlia piena di consigli ed affetto.
Quello de “La pulce del dubbio” è un ritmo a volte incalzante, dato dall’urgenza di comunicare ed esprimersi, di dare voce alle emozioni che l’artista tiene dentro, su potenti basi pienamente bum bap; rime pronunciate con energia e decisione, ma allo stesso tempo anche delicate e toccanti, che contengono quel tocco di poesia che sa scavare nel profondo.
Il tutto mantenendo sempre vivo il sano spirito hip hop, quello della strada e non delle copertine di giornali. Citando un suo verso, concludo così:
Questo è il canto di un lupo solitario e lo ritrovi per le strade non in un documentario.
Gli artisti che hanno collaborato alle rime sono Elia Lamura, Salice e Monologo.
La grafica di copertina è stata curata da Dijanuska Velkova, mentre sul retro vediamo un’opera del writer Davide Lai.
Ti ricordo che trovi il freedownload del disco su www.rkhstudio.com/supported/
E tu, che ne pensi di questo nutrito lavoro di Dharma? Lasciaci un commento con la tua opinione!
Recensione a cura di Alessia
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