A #ilmartedìemergente quest'oggi ti parlo di Pathos e della sua toccante dedica alla musica
"Locus Amoenus" è la prima canzone del giovane Pathos, che da tempo ha all’attivo un canale Youtube (a questo link) dedicato al rap italiano, in cui puoi trovare svariati lyrics video da lui creati. L’amore per il rap quindi nasce presto, e ora è arrivata anche per lui la prima volta al mic con un brano poetico ed emozionante.
Questa infatti è una traccia che tocca nel profondo, soprattutto le persone che nella loro vita hanno avuto modo di sentire quella grande riconoscenza nei confronti di una passione che, in qualche modo, ci aiuta nel cammino. Questa in particolare è una dedica alla musica in cui l’artista esprime tutto l’amore per quest’arte, ma le parole e i riferimenti usati non sono affatto banali e, soprattutto, sono ricolmi di una sincerità palpabile.
La musica viene personificata e assume il compito di salvare l’artista dalle sofferenze e dal gelo che la vita spesso ci pone davanti; essa è “casa, mano tesa, luce accesa”, è terapeutica persino più dei noti Freud o Plater, ed è una presenza costante che sa ascoltarci e capirci, anzi è forse l’unica che può udire le nostre urla, i nostri dolori interiori; significativo a tal proposito l'aver citato Oda Mae, personaggio del celebre film “Ghost”: la musica è l’unica presenza in grado di percepire in noi ciò che gli altri non possono (proprio come una sensitiva riesce ad avvertire la presenza degli spettri), dal momento che alcuni nostri dolori sembrano essere invisibili alle altre persone, troppo superficiali per cogliere certi sentimenti.
Tu c'eri in quelle notti fredde ci scommetterei
che eri l'unica ad udire le mie urla, tu sei Oda Mae
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Nella seconda strofa si chiarisce il significato del titolo: la musica trasporta l’artista in un luogo incantato, idilliaco, appunto il “locus amoenus” della letteratura classica, dove regna il sole, la pace interiore, la serenità; insomma un vero paradiso ma, come dice Pathos nelle sue rime, tale paradiso non si trova nell’aldilà bensì in questa realtà, all’interno di noi e delle nostre passioni.
In questa conclusione ho colto un forte messaggio: nei momenti difficili non dobbiamo pensare e rincorrere una ipotetica pace nell’aldilà; la vita è preziosa ed è durante il nostro breve passaggio sulla terra che dobbiamo sforzarci di sorridere, andando alla ricerca non di una scorciatoia per l’aldilà ma di un’ancora di salvezza, di un rifugio che sappia proteggerci, darci la forza e il coraggio di andare avanti. Uno di questi mezzi è proprio la musica… “il mio Amon Ra è dentro cuffie mezze rotte”...
Insomma, un Locus Amoenus forse è nascosto dentro ognuno di noi, e grazie alla nostra sensibilità, all’arte, e con l’aiuto di un paio di cuffie, possiamo raggiungerlo...
La registrazione e l’editing del brano sono stati curati da Spangher, mentre il mix è opera di Swelto. È stato per me un vero piacere essere stata presa in considerazione per il disegno che compone la grafica del pezzo, realizzato a partire da un’idea dello stesso Pathos; è stata una collaborazione piacevole e soddisfacente, e lo ringrazio ancora per la fiducia e la gentilezza.
In conclusione, posso dire che “Locus Amoenus” è stato un primo passo di tutto rispetto ed ha avuto un ottimo riscontro, quindi auguro a Pathos tutto il meglio per il futuro!
Ti ricordo che puoi trovare i suoi lavori (compresa l'Intro a "Locus Amoenus) sul suo canale Youtube.
Che ne pensi di questo pezzo? Come sempre ti aspettiamo nei commenti!
Recensione a cura di Alessia
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